Guardare un film di Ken Loach è sempre un piacere per gli occhi e anche con questo film il regista inglese non delude le aspettative degli appassionati del suo stile registico.
La parte degli angeli è una bella commedia che non rinuncia ad evidenziare gli aspetti del dramma sociale, della solidarietà e del riscatto sociale e che mantiene comunque una forte attinenza alla realtà vista in modo lucido e obiettivo.
Questa volta Ken Loach si separa dal genere di film estramamente drammatico che è solito confezionare con grande efficacia e maestria per lasciare spazio ad una narrazione dal taglio più leggero e da un finale che strappa un sorriso di sollievo.
Il regista prende ispirazione dal grande aumento della disocupazione giovanile che ha colpito la Gran Bretagna verso la fine dello scorso anno per raccontare la storia di Robbie, un ragazzo dal passato violento che dopo aver scontato un lungo periodo in un carcere minorile cerca di migliorare le condizioni della sua vita spinto anche dalla conoscenza di Leonie, ragazza di cui si innamora e con cui mette al mondo un figlio, relazione duramente contrastata dalla famiglia di lei sicura che Robbie non possa garantire alla figlia e al nascituro una vita tranquilla e agiata.
Riuscendo ad evitare lo sconto dell'ennesima pena Robbie viene obbligato ai lavori sociali ed è qui che entra in contatto con Rhino, un assistente sociale che decide di aiutarlo e che farà scoprire al ragazzo la sua dote innata di assagiatore di whisky.
Proprio questa scoperta porterà Robbie e i suoi compagni di rieducazione a escogitare un colpo che permetterà loro di cambiare finalmente vita.
Basato sulla convinzione che un riscatto sociale vada sempre offerto e sulla possibilità che un avvenimento o l'incontro della persona giusta al momento giusto sia sempre possibile Ken Loach riesce a girare un film impeccabile, con attori perfettamente inseriti nei loro personaggi e una regia scorrevole e semplice sempre decisamente efficace.
Voto 8
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