Inauguro questo blog parlando del nuovo film di Pedro
Almodovar, Gli amanti passeggeri.
Partiamo dal dire che Pedro Almodovar nella sua lunga
carriera è riuscito a spaziare dalla commedia spagnola più dissacrante alla più
drammatica narrazione cinematografica sempre con grande maestria e sempre con
il supporto di attori, più o meno conosciuti nel nostro paese, all’altezza
della situazione.
Ora, nel 2013, ritorna alla commedia, non lo faceva da 10
anni con il grottesco Kika-un corpo in prestito, che certo non si può
paragonare a questa pellicola.
Ma c’è da dire una cosa su questo film, dice molte cose e
tratta argomenti importanti lasciando però che sia lo spettatore a rendersene
conto e ovviamente la maggior parte degli spettatori non si rende conto di
nulla, questa è la mia impressione sentendo parlare il pubblico.
Analizzando il film innanzitutto c’è una forte componente
omosessuale, sempre presente nei film di Almodovar ma questa volta il regista
stupisce perché tratta l’argomento con estrema ironia e naturalezza, Almodovar
è solito trattare il tema dell’omosessualità con estrema naturalezza ma questa
volta riesce a farlo con particolare frivolezza.
I tre simpaticissimi stewards dell’aereo sono tre personaggi
omosessuali che non negano per nulla la loro condizione ai passeggeri e già
questo dice molto del film e del messaggio che io credo il regista intenda evidenziare e la cosa per noi italiani sconvolgente e inconcepibile è che i
passeggeri stessi non vivono con imbarazzo l’omosessualità dello staff
dell’aereo, neanche l’identità sessuale dei piloti sconvolge nessuno, ecco che
il pubblico meno colto e che pensava di vedere un Almodovar ai livelli di Donne
sull’orlo di una crisi di nervi non capisce, ma vede il tutto come una
esagerazione registica per estremizzare il carattere frivolo del personaggio
gay, ride in sala perché pensa che il frocio in questione sia una macchietta e
non il personaggio di base del film.
Ma il problema fondamentale è che il pubblico secondo me non
va oltre di un minimo neanche rispetto agli altri personaggi del film, non si
sofferma sul padre che non ha contatti con la figlia da anni e che poi alla
fine non rinuncia a voler incontrare nonostante i suoi problemi con la legge,
non si sofferma sul cecchino in crisi perché deve compiere una azione che il
suo codice etico gli impedisce di svolgere e da cecchino si trasforma quasi in
salvatore o sulla relazione che si instaura tra uno steward, un pilota e la
famiglia del pilota o sulla storia del passeggero legato al mondo dello
spettacolo che colleziona donne e che
non si rende conto fino alla fine di quanto possano essere fragili le donne che
conquista.
Io ho apprezzato il film proprio perché ho dato questa
lettura del film, non ho visto un film semplicemente divertente e basta ma
dietro ai personaggi e alle loro storie solo accennate ho visto un mondo di
sentimenti, di cose non dette e di relazioni forti.
La parte frivola e del sesso facile certamente è presente ma
se Pedro Almodovar torna a fare una commedia è assolutamente normale sia così
se no non sarebbe lui, regista capace, intelligente e pungente nel modo giusto
al momento giusto.
Non si può certo gridare al capolavoro ma insomma questo
film per gli appassionati della commedia di Almodovar credo sia da vedere.
Una nota negativa è sicuramente che il pubblico in una sala
piena era mediamente di mezza età, gli under 35 si contavano sulla dita di una
mano purtroppo, una nota positiva è l’interpretazione di Javier Cámara Rodríguez, già visto in Parla
con lei nel ruolo di Benigno e in La
mala educacion nel ruolo di Paquito.
Il mio voto è 7.
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