10 aprile 2013

The following, grande potenziale ma mediocre esecuzione?


Abbiamo ormai superato la metà dei 15 episodi della prima serie di The following e a questo punto gli appassionati di serie tv come me sentono la necessità di fare delle considerazioni su quello che stanno guardando.
Io difficilmente giudico una serie dall'episodio pilota ma aspetto sempre di vederne almeno 5 episodi per farmi una idea chiara, vero è anche che alcuni pilot sono così terribili che mi danno subito l'ottima motivazione di abbandonare sul nascere la serie.
Ma il pilot di The following mi aveva straconvinto, c'erano tutti i presupposti per un thriller di quelli che inizi a vedere e rimani col fiato sospeso fino a che il serial killer di turno non cade nella trappola dell' FBI, ex agente cardiopatico e alcolista con in testa l'incubo dell' 11 Settembre dove perde il fratello pompiere che viene richiamato in servizio quando il killer Joe Carrol, che aveva arrestato 9 anni prima, evade di prigione, una moglie dell'assassino legata al detective da una relazione passata e in ultimo la grande novità, un serial killer che si crea una rete di seguaci che uccidono e si sacrificano a nome suo prendendo ispirazione dai racconti di Edgar Allan Poe. 
Con un episodio pilota di questo tipo credo quasi chiunque avrebbe voluto proseguire nella visione della serie.
Il probelma però è che la serie andando avanti negli episodi inizia poi a presentare alcuni difetti e inizia a lasciare un pò perplesso lo spettatore più attento e meno propenso alla banalità. Premettendo che comunque The following non è inguardabile, ha una buona regia e gli episodi scorrono veloci senza perdersi in intricati e cervellotici retroscena della vita dei vari protagonisti, arrivato al decimo episodio inizio ad accusare un pò di debolezza nella sceneggiatura e una generale mancanza di inventiva e originalità.
Lo schema narrativo è costante e lineare per ogni episodio, indagine, serial killer e complici che sfuggono sempre e spesso totalmente indisturbati, infiltrati e il follower di turno che commette il proprio atto.
Per ora sono mancati i grandi colpi di scena che una serie di questo tipo potrebbe riservare ad ogni puntata o quasi e l'unica cosa che ti porta a seguirla diventa quasi un gioco al totofollowers, il fatto di dubitare sempre di tutti comunque diventa intrigante senza dubbio.
Grazie a questo potenziale di poter creare innumerevoli serie successive alla prima mi fa avvertire il sentore di un indebolimento progressivo nella sceneggiatura, la rete è infatti uno strumento che potrebbe generare così tanti seguaci che forse CSI diventerebbe una serie breve a confronto, e le voci danno per certa una seconda stagione, quindi, nelle sole 5 puntate che rimangono ci saranno colpi di scena che cambieranno radicalmente il corso delle indagini o la prima stagione continuerà a presentarci followers agguerriti e violenti, l' FBI impotente e che si fa fregare in continuazione come nelle migliori commedie demenziali, infiltrati ovunque che lasceranno indenne Carrol e un non finale che obbligherà tutti a guardare la seconda stagione? 

Io sono convinto l'ultima opzione sia la più papabile e ormai quasi scontata e questo ci sta, probabilmente Kevin Bacon per la sua prima apparizione in una serie tv merita più di 15 episodi e comunque sulla carta The following era già un successo annunciato prima della messa in onda quindi, insomma, perchè non cavalcare più a lungo possibile la certezza di successo?
La mia speranza è che il tutto si concluda con una seconda stagione più snella nel numero di episodi e con il sapore del thriller al cardiopalma pregno di colpi di scena e di azione che gli americano sanno fare e anche bene se no The following potrebbe trasformarsi in una grande e lunga delusione.
Per ora proseguiamo a vederlo godendoci l'eterno scontro tra Bene e Male.
Serie tv consigliata ma non tra le migliori di questa stagione.

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