Non è facile dare una opinione lucida e obiettiva di un
concerto se si è grandissimi fan dell’artista che sei andato a sentire e
infatti per me non è facile parlare del Live Kom013 di Vasco Rossi proprio perché
era uno degli eventi da me più attesi da più di due anni quando, infatti,
dovevo assistere a quella che sarebbe stata una delle ultime date del Live Kom
011 a Torino a Settembre interrotto però durante l’estate a causa dell’infezione
polmonare che aveva colpito Vasco e che per due anni l’ha tenuto lontano dai
palchi e dalle sale di incisione.
Quando orami si pensava la carriera di Vasco fosse giunta al
termine eccolo invece che il Komandante torna a stupirci e annuncia l’uscita di
un nuovo singolo “L’uomo più semplice” e non solo annuncia anche di voler
riprendere e terminare il tour che aveva dovuto per cause di forza maggiore
interrompere e decide di farlo con 7 date evento, 4 proprio a Torino dove non
era riuscito ad esibirsi e 3 a Bologna.
Come accade ormai da anni per ogni esibizione live del
rocker di Zocca la corsa al biglietto è stata folle e spietata, la prima
tranche di biglietti disponibili è stata venduta tutta in pochissime ore dalla
messa in vendita e nel corso dei mesi i tagliandi che venivano resi disponibili
venivano comprati senza troppi problemi e a giudicare dai numeri registrati
nelle prime due date, quella di ieri e di oggi a Torino, anche i biglietti
disponibili il giorno stesso dell’evento alle casse dello stadio per evitare i
bagarini sono stati tutti acquistati.
Il Live Kom013 inizia con due sold out da record, lo Stadio
Olimpico di Torino il 9 e il 10 Giugno ha registrato il tutto esaurito
trovandosi gremito da più di 40.000 fans accorsi da tutta l’Italia.
Da più di una settimana il parco antistante è diventato
luogo di campeggio per i fan, gli alberghi erano pieni e la città è stata
invasa dal popolo di Vasco.
Avendo vissuto entrambe le date posso dire che l’attesa di
rivedere Vasco sul palco era a livelli altissimi, il 9 Giugno, per la prima,
nonostante una pioggia incessante dal mattino e per quasi tutta la durata dal
concerto non ha minimamente intaccato l’entusiasmo alle stelle dei fan, lo
stadio era pieno all’inverosimile, mi è capitato di assistere a due eventi sold
out all’interno dell’Olimpico, U2 e Coldplay, ma mai ho visto tanta gente su
quel prato, il pubblico era ovunque e tutti aspettavano Vasco.
E vasco non ha deluso, entra in scena sulle note del suo
ultimo singolo “L’uomo più semplice” e lo stadio va in vero delirio, l’attesa e
la curiosità di vedere le condizioni di Vasco e di risentirlo cantare fanno
esplodere nel vero senso l’impianto e lui improvvisando qualche passo di danza
fa impazzire tutti e da quel momento i 40.000 spettatori accorsi solo per lui
iniziano a cantare ogni singola parola insieme
a lui, lo abbracciano e lui si gode il suo pubblico, si fa incantare e
abbracciare da tutti noi.
La sclaetta prosegue senza fiato riprendendo quella del tour
del 2011, si prosegue a ritmo di rock e senza interruzioni con Sei pazza di me
e Non sei quella che eri, Starò meglio di così, brani dell’ultimo album di
Vasco.
Come sempre arrivano i grandi classici e anche qui le voci
dello stadio quasi sovrastano quelle del cantante, Domenica lunatica, una delle
canzoni dal maggiore impatto live è vera gioia per i fan più datati e Come stai
concludono la prima parte del live e il rocker, dopo aver salutato il suo
pubblico si concede un po’ di tranquillità sulle note di una perfetta Quanti
anni hai che lascia spazio ad una splendida Siamo soli e ad un altro grande
classico tanto atteso, lo stadio canta a squarciagola Ogni volta insieme a lui
e questa canzone sembra scritta ieri per come tutti la sappiano perfettamente e
numerosi accendini illuminano lo stadio.
Si torna ai suoni più duri con il Manifesto della nuova
umanità e a sorpresa inizia subito dopo una indimenticabile C’è chi dice no che
grazie ad un arrangiamento nuovo risplende di bellezza e regala emozioni di
puro rock.
I fans ad ogni stacco tra una canzone e l’altra intonano
cori quasi come per ricordare a Vasco che sono tutti presenti anche questa
volta, che non l’hanno abbandonato e lui incalza con Gli spari sopra e la
sempre impeccabile Stupendo che non solo fa emozionare ma fa realmente
diventare lo stadio un unico coro unanime.
A questo punto è tutto pronto per sfoderare na delle prime
canzoni del suo repertorio e con Non l’hai mica capito Vasco torna alla sua
giovinezza per poi subito dopo ricordare a tutti che lui c’è ancora e inserire
Eh già nella scaltta, canzone che sembra essere stata scritta apposta pèer l’occasione
con il suo “Io sono ancora qua”.
Si continua con un medley composto da Rewind, Gioca con me,
Delusa, Mi si escludeva e Asilo >republic, lo stadio va in escadescenza, non
c’è spettatore che non balla e non salta, questo è il momento della vera festa,
tutti impazziscono per questo medley suonato perfettamente e con incastri tra i
brani impeccabili.
Arriva il momento della prima breve pausa di tutti, pochi
minuti e il concerto riprende con Canzone, una della canzoni più belle di Vasco
di sempre, e si continua con Vivere non
è facile per poi concedersi una pausa leggermente più lunga.
Dieci minuti scarsi dopo Vasco e tutta la sua formazione
tornano sul palco e si canta I soliti, quasi un nuovo inno del popolo del
Blasco si potrebbe pensare se subito dopo Vasco non avesse deciso di inserire
in scaletta il vero inno per i suoi fans e tutto lo stadio canta Siamo solo noi.
Altra piccola pausa che si inizia con i bis, la tanto attesa
Sally che crea sempre una atmosfera indimenticabile e subito dopo Un senso per
incalzare il gran finale con Vita spericolata e Albachiara.
Il concerto scorre velocemente, Vasco si prende qualche
minuto qua e là lasciano lo spazio alla sua impeccabile band la possibilità di
riempire i vuoti proponendo interludi strumentalmente perfetti e suonati senza
una minima sbavatura, la voce di Clara Moroni arricchisce i momenti strumentali
e tutto funziona perfettamente.
Il palco è imponente e Vasco lo percorre tutto, cerca il più
possibile il contatto con i fan grazie anche ad una lunga passerella che taglia
in due parte del prato.
Lascia poco spazio alle parole, preferisce cantare e far
capire che è tornato ed è tornato in splendida forma, la sua voce non ha un
minimo di cedimento per tutto il concerto e l’acustica dello Stadio Olimpico di
Torino si conferma essere impeccabile.
Altri concerti indimenticabili, forse ancor meglio del 2011
e che fanno ben sperare in una brillante prosecuzione di una grande carriera
per Vasco.
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